L'Europa implementerà severe norme sulle emissioni di CO2 per i camion e gli autobus a partire dal 2030

Intestazione

I legislatori europei hanno raggiunto un accordo finale per vietare la vendita di quasi tutti i nuovi autocarri diesel nell'UE entro il 2040, con il primo passo di una riduzione del 45% delle emissioni di CO2 entro il 2036. Questo mette sotto pressione i produttori e le infrastrutture.

I veicoli pesanti, i secondi per emissioni di CO2 nei trasporti europei (dopo le automobili), dovranno gradualmente ridurre le loro emissioni di carbonio negli anni a venire.

Giovedì i legislatori europei hanno raggiunto un accordo finale su una legge cruciale per raggiungere l'obiettivo di neutralità climatica dell'UE entro il 2050.

La legge stabilisce che le emissioni dei veicoli pesanti venduti a partire dal 2030 devono essere ridotte di almeno il 45% rispetto ai livelli del 2019, poi ulteriormente ridotte del 65% tra il 2035 e il 2039 e infine ridotte del 90% a partire dal 2040.

I veicoli professionali, come i camion della spazzatura e altri veicoli utilitari, sono esenti fino al 2035. Obiettivi specifici di riduzione delle emissioni sono stati fissati anche per i rimorchi (7,5%) e i semirimorchi (10%) a partire dal 2030. Ciò significa di fatto che la vendita di quasi tutti i nuovi camion diesel nell'UE sarà vietata tra circa quindici anni. L'Europa ha già decretato la fine delle vendite di auto con motore a combustione interna nel 2035.

I tempi per gli autocarri sono più lunghi perché la quota di mercato degli autocarri "verdi" è inferiore rispetto a quella delle automobili.

Divieto di motori a combustione per gli autobus entro il 2035

Per gli autobus urbani, la legge stabilisce un obiettivo di emissioni zero entro il 2035, con un obiettivo iniziale di riduzione del 90% entro il 2030. Questa tempistica è più lunga di quanto inizialmente previsto, il che è una buona notizia per i comuni francesi che hanno investito in flotte che utilizzano il biometano. Queste flotte potranno operare ancora per circa un decennio.

Mentre i produttori europei di autocarri come Daimler, Volvo e Mercedes-Benz Trucks hanno già intrapreso iniziative per eliminare il diesel entro i prossimi dieci anni o per sviluppare autocarri elettrici per le lunghe distanze, la transizione dal diesel o dalla benzina all'elettrico o all'idrogeno rimane una sfida complessa per un'industria che investe a lungo termine. Una delle maggiori preoccupazioni del settore è la mancanza di infrastrutture.

Sigrid de Vries, direttore generale dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), chiede "infrastrutture di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno, sistemi completi di tariffazione del carbonio e misure di sostegno significative per consentire agli operatori dei trasporti di investire rapidamente". Senza queste misure, il raggiungimento degli obiettivi di emissione sarebbe impossibile.

Secondo le stime dell'Acea, per raggiungere questi obiettivi entro il 2030, "devono circolare più di 400.000 veicoli elettrici a batteria e a celle a combustibile a idrogeno" e l'UE "ha bisogno di almeno 50.000 stazioni di ricarica adeguate e di almeno 700 stazioni di rifornimento di idrogeno".

Stazioni di ricarica

La Commissione europea ha già adottato dei regolamenti sulle stazioni di ricarica, ma questi dovranno essere rivisti perché ritenuti non sufficientemente ambiziosi.

Pascal Canfin, presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, "non vede grandi ostacoli" alla diffusione delle stazioni di ricarica per i camion. Ritiene che la sfida principale sia ora quella di organizzare modelli di condivisione del rischio e di diffusione, creando al contempo i giusti meccanismi finanziari che consentano alle piccole e medie imprese di trasporto di permettersi questi camion a emissioni zero, che sono più costosi dei camion diesel. Secondo lui, potrebbe essere necessaria una "nuova proposta legislativa" per accelerare l'adozione da parte delle grandi flotte.

Secondo il gruppo di campagna europeo Transport & Environment (T&E), la legge dà ai produttori europei di autocarri "la certezza di pianificare il passaggio alle emissioni zero e di competere con i produttori stranieri di autocarri elettrici". Tuttavia, l'industria europea deve affrontare la concorrenza di aziende americane come Tesla e cinesi come BYD, che beneficiano di ingenti sussidi governativi.

Secondo le stime di T&E, gli obiettivi dell'UE faranno sì che circa il 30% degli autocarri venduti nel 2030 e almeno tre quarti nel 2040 siano elettrici o a idrogeno.